Negli ultimi anni, sempre più staff, decidono di allenare le proprie squadre proponendo in particolare esercitazioni con la palla. E’ corretto ? In questo modo è possibile raggiungere gli obiettivi prefissati dal punto di vista fisico ? Domande alle quali non è semplice dare delle risposte, soprattutto se non si hanno le giuste conoscenze e non si applicano metodiche che si basano sull’evidenza scientifica. Troppo spesso la pianificazione delle sedute di allenamento e l’organizzazione delle sessioni sono influenzate dall’esperienza personale, dal vissuto di allenatori e preparatori atletici. Si crede che quello che in passato ha contribuito al raggiungimento dei propri obiettivi, possa essere applicato a chiunque, in altri contesti e con altre culture. L’esperienza e il vissuto personale sono sicuramente aspetti molto importanti nella pianificazione degli allenamenti e, più in generale, di una stagione, ma il sapere e l’evidenza scientifica stanno alla base di una programmazione consapevole.
Lo sport non è una scienza esatta, differenti percorsi possono portare al medesimo risultato. L’importante è sapere sempre quale strada si sta scegliendo e essere al corrente di rischi e benefici che un determinato mezzo di allenamento può portare alla nostra squadra. Troppo spesso, come abbiamo già anticipato nel nostro primo editoriale, decisioni importanti vengono prese in maniera casuale o, ancor peggio, inconsapevole. Nessuno dice che la casualità non possa essere un’ opzione, l’importante è sapere che il risultato sarà altrettanto imprevedibile.
Diversi fattori influenzano le scelte prese da uno staff in materia di programmazione e pianificazione di una stagione. In primo luogo, occorre contestualizzare, capire quali sono i mezzi a disposizione e quali sono le aspettative che ruotano intorno alla squadra. Una volta fatto questo, si possono valutare le risorse umane e distribuire i compiti in funzione delle competenze ai diversi membri dello staff. Avere competenze giuste al posto giusto è sicuramente importante per un team che vuole raggiungere i propri obiettivi. Al giorno d’oggi, non possono più esistere i “tuttologi”, la velocità con la quale sta progredendo il mondo dello sport non consente più, come è invece accaduto in passato, di accentrare differenti responsabilità sul solo allenatore. L’allenatore rimarrà sicuramente il primo responsabile dei risultati della squadra ma, a sua volta, dovrà appoggiarsi a professionisti specializzati per gestire l’immensa mole di lavoro che una squadra di alto livello richiede.
Per dipingere un capolavoro è indispensabile il pittore; tuttavia senza pennelli, colori e tela nessuno vedrà mai il risultato finale.